Che valore hanno 17 minuti di vantaggio nell’era degli scoop e delle breaking news su Twitter?
Quando il 2 febbraio è morto Philip Seymour Hoffman il primo a darne notizia, con un tempismo sorprendente, è stato il NYT.
Su Twitter, solo su Twitter.
https://twitter.com/WSJ/status/430043025113620480
In quel momento non esisteva ancora alcun articolo o lancio di agenzia per confermare la notizia: nemmeno la famiglia dell’attore – una moglie e tre figli – era stata informata della morte.
C’era solo il tweet del NYT e ci sarà soltanto quello per 17 lunghissimi, interminabili minuti.
Voglio ricordare ancora una volta che si contraggono sempre di più il ciclo di vita di una notizia e l’intervallo di tempo che identifica uno scoop: secondo l’ex presidente di Associated Press erano 3 ore all’epoca dell’attentato alle torri gemelle, 30 minuti negli anni successivi e oggi – con Twitter e Facebook – siamo intorno ai 3 minuti.
Il tweet del NYT quindi ha potuto godere di un vantaggio siderale per uno scoop di questa rilevanza.
In questa manciata di minuti si decide se twittare (e in che forma) oppure aspettare.
La differenza tra essere veloci ed essere tempestivi è la stessa che c’è tra una notizia falsa e una vera, tra subire un danno alla propria reputazione e spiazzare la concorrenza, tra disinformazione e informazione di massa.
“Una bugia può viaggiare per mezzo mondo mentre la verità si sta ancora infilando le scarpe” – Mark Twain
In poche parole, si tratta di scegliere il proprio posizionamento tra convenienza ed etica nel momento in cui si presenta una opportunità.
Emblematica è la riflessione di Jeff Jarvis sul senso della ricerca spasmodica dello scoop ai giorni nostri.
Ma torniamo alla morte di Hoffman.
Uno, due, tre…diciassette minuti. Ecco, ora c’è la conferma ufficiale.
https://twitter.com/WSJ/status/430047316515774464
Nel frattempo, la notizia è diventata virale: Hoffman su Twitter verrà menzionato complessivamente 1 milione e 653 mila volte, di cui 1 milione e 300 mila solo in quella giornata. La notizia rimbalza in ogni angolo del web e gli articoli non i contano più.
Non è possibile prevedere il percorso che seguirà uno scoop una volta iniettato in rete; l’unica cosa certa è che andrà dove deve andare (cioé verrà recapitato direttamente a tutti quelli che potrebbero esserne interessati) e lo farà in modo dirompente.
Un motivo in più per valutare attentamente se fare lo scoop o meno.